Ok, dobbiamo proprio confessarvelo: non abbiamo resistito. Quest’anno volevamo celebrare la bellezza dello stare insieme, di creare legami veri e condividere momenti indimenticabili. Chiamateci ingenui, ma che cos’è un festival senza le persone che lo vivono?
In un momento in cui troppo spesso il virtuale ha la meglio sulle connessioni reali, volevamo ricordare e ricordarci di quanto sia importante creare spazi di condivisione, in cui la musica diventa il collante che ci tiene tutti uniti.
E dunque quest’anno la nostra Balena si trasforma in un luogo ideale, un rifugio dalla frenesia quotidiana, dove persone di ogni tipo possono incontrarsi e vivere un’esperienza unica. Gli antichi raccontavano di balene talmente grandi che a volte i marinai le scambiavano per isole e vi sbarcavano. La nostra balena quest’anno diventa un’isola di condivisione, in cui la diversità è accolta con entusiasmo, in cui non importa chi sei, cosa fai e quanti follower seguono i tuoi social, ma importa esserci, vivere e connettersi, sì, ma dal vivo, gli uni con gli altri.
Così anche la scelta degli artisti che si esibiranno sul nostro bellissimo palco rispetta questo credo: una carovana di personaggi unici, ognuno con la propria voce e il proprio messaggio. Il nostro obiettivo è presentarvi una line-up variegata, rappresentativa della ricchezza della musica e delle sue molteplici sfaccettature. Una moltitudine rispettosa, inclusiva, che riflette la diversità di stili e registri della nostra comunità globale.
E poi dobbiamo confessarvi un’altra cosa: il nostro motto di quest’anno lo abbiamo “rubato” al grande poeta, De André, che in Anime Salve cantava: “E che bello il mio tempo, che bella compagnia”. Così abbiamo voluto omaggiare un simbolo della nostra città nel venticinquesimo anno dalla sua scomparsa, con le parole di quello che a oggi è considerato il suo testamento artistico. Un inno che Faber aveva pensato per la solitudine, ma che noi vogliamo accogliere come un inno alla gioia di condividere, senza perdere di vista se stessi. Una riflessione, sempre più urgente, sul nostro ruolo nel mondo, un invito ad ascoltare la voce della propria anima di fronte alle sfide del presente e, soprattutto, del futuro.
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